Un esperimento sociale in forma di spettacolo: venerdì 9 novembre Giuliana Musso apre la Stagione del Teatro Laura Betti di Casalecchio di Reno con “WHITE RABBIT RED RABBIT” di Nassim Soleimanpour
Venerdì 9 novembre si apre ufficialmente la Stagione 2018/2019 del Teatro Laura Betti di Casalecchio di Reno (BO) con un evento unico nel suo genere, un esperimento sociale che incarna la forma di una vera e propria esibizione scenica: “White Rabbit Red Rabbit” (Coniglio bianco coniglio rosso) dell’iraniano Nassim Soleimanpour, interpretato da Giuliana Musso e prodotto in Italia da 369gradi di Valeria Orani, in collaborazione a Casalecchio di Reno con il Teatro Laura Betti.
One Shot Show
L’attrice o l’attore che lo interpreta per un’unica volta, senza regia e senza prove, apre la busta sigillata che contiene il testo già sul palco e ne condivide il contenuto con il pubblico. Compagni di viaggio per questa avventura al buio: una sedia, un tavolo, due bicchieri e gli orpelli concessi. Il qui e ora nella sua massima espressione. Ci sono delle regole da rispettare per chi accetta la sfida: chi decide di portarlo sulla scena non può averlo visto prima. Deve arrivare sul palco portando in dote coraggio e leggerezza, intraprendenza, ironia ed intelligenza. Lo scrittore Soleimanpour ha voluto utilizzare questa storia come un mezzo originale per condividere una condizione attraverso parola e intrattenimento, humor ed intimità, suscitando una reazione a catena davvero curiosa.
Un testo rappresentato in ogni luogo e in ogni tempo
White Rabbit Red Rabbit è un testo teatrale scritto da Soleimanpour nel 2010, all'età di 29 anni, in un momento in cui non aveva possibilità di viaggiare e comunicare con l’esterno del suo Paese. L’autore è stato spinto a scrivere dall'esigenza di voler e sapere rappresentata la sua idea in giro per il mondo, affidando al teatro la trasmissione del suo sentire. Per struttura e contenuto la drammaturgia può infatti esser rappresentata in ogni luogo e in ogni tempo, senza smarrire la sua forza: come un mito classico, una storia eterna, il cui valore resta invariato, indipendentemente dalla modalità di rappresentazione. Non è un testo politico e non deve essere descritto come tale, il suo contenuto è metaforico e distante da ogni orientamento politico.
Lo spettacolo: il sogno di un dialogo impossibile
Un lavoro che dal 2011, anno in cui ha debuttato all’Edimburgh Fringe Festival, ha attraversato il mondo, è stato tradotto in 25 lingue e conta più di mille repliche in tutti i continenti. La natura del progetto lascia volutamente poche tracce online, e si chiede a media e giornalisti di non svelare il contenuto del testo per non causare danni all'autore: non si può trascurare il fatto che l’autore sia nato in Iran.
Si vuole porre l’accento sul fatto che White Rabbit Red Rabbit è prima di tutto “il sogno realizzato di un dialogo impossibile, un gioco teatrale contro ogni censura e ogni distanza geografica e culturale, un incontro ravvicinato che lascia tracce profonde, perché mette sullo stesso piano emotivo autore, attore e spettatore”.
Esperimento artistico e produttivo
È un esperimento importante non solo sul fronte artistico, ma anche su quello organizzativo e produttivo: 369gradi, diretta da Valeria Orani, struttura riconosciuta nell'ambito dell’innovazione culturale, grazie a questo esperimento rompe le regole tradizionali del mercato e mette in atto un dialogo che vede coinvolti in egual misura Teatro, Artista e Produzione.
All'estero il testo ha avuto interpreti celebri tra cui citiamo tra gli altri Sinead Cusack, Whoopi Goldberg, Ken Loach, in Italia, ad oggi, è stato interpretato da Fabrizio Gifuni, Emma Dante, Davide Enia, Fausto Russo Alesi, Lella Costa e Daria De Florian, per citarne alcuni.
A Casalecchio di Reno la sfida è stata accolta da Giuliana Musso, attrice, ricercatrice, autrice, Premio della Critica 2005 e premio Hystrio per la drammaturgia 2017, tra le maggiori esponenti del teatro di narrazione e d’indagine. Una sfida con precise regole da rispettare per l’interprete, che coinvolge ed emoziona il pubblico: un rito sempre uguale e sempre diverso, capace di creare nel tempo un vivo interesse vivo.